La rettificazione dei Nomi
Nella corrente confuciana e non solo, ricorre l’idea di “rettificare i nomi” e far sì cioè che i nomi che si danno alle cose aderiscano alla realtà. Il nominare, come ho scritto in altre occasioni, mi sembra strettamente legato al “creare”.
Nella Bibbia, dopo l’atto creativo, che è separazione, Yahweh “nomina” ciò che ha creato, e chiama gli oggetti della sua creazione, ad es. chiama la luce (“e la luce fu”). Quindi da un lato abbiamo l’idea di chi crede (come Confucio) che sia possibile migliorare la conoscenza umana della realtà, perfezionando i nomi e facendoli aderire, seguire la forma delle cose. Dall’altro abbiamo, come Xun Zi, chi crede che i nomi siano delle convenzioni, e che tuttavia devono essere ben condivise e rettificate perchè senza convenzioni ci sarebbe il caos.
E poi abbiamo i taoisti che dicono che il nominare è limitare, quindi non potremo mai sapere quale corrispondenza c’è fra i nomi e la verità, anzi, dato che il Dao è tutto, è l’insieme degli opposti, è innominabile, quindi il problema della rettificazione dei nomi è quasi un “esercizio di stile”.
Riporto un passo dello Xun Zi interessante:
“Allorchè i saggi re instaurarono i nomi, i nomi furono fissati e le realtà distinte. Il loro Dao era praticato e il loro intento era ben compreso: il popolo era allora rigorosamente guidato ed unificato. Poi si prese a tagliare le parole in quattro e ad inventarne a vanvera, al fine di spargere il disordine nella rettificazione dei nomi e seminare così il dubbio negli animi, suscitando liti e controversie: questa fu la grande perversione..”
Xun Zi, 22
“I nomi non sono appropriati in modo definitivo; sono stabiliti per convenzione. Soltanto una volta che si sia stabilita la convenzione ed instaurato il costume li si considera come appropriati, e tutti quelli che si discostano dalla convenzione sono considerati come inappropriati.”
Xun Zi, 22
Nello XunZi dare nomi è effettuare una ripartizione (quella stessa ripartizione che, applicata alla società, consente l’ordine e la prosperità). Ma la ripartizione è dividere, demarcare, tanto che FEN (ripartizione) ha anche e soprattutto significato di “tagliare, sezionare”. Ossia, ancora una volta, nominare è separare, così come la creazione è separazione.