Simbologia dei Nomi: EVA
Qualche tempo fa avevo pubblicato un primo articolo sulla simbologia dei nomi, dedicato al nome Giulio. Oggi riprendo e condivido la simbologia del nome Eva. Come sempre, si fa riferimento a elementi di Cabala, di simbologia dei numeri e miti di varie culture.
Ogni nome é collegato a un omen, ossia a un mandato, e quindi vengono proposti dei possibili “ostacoli” che chi porta quel nome potrá incontrare durante il suo cammino.
EVA
Prima donna, creata da Adamo, carne della sua carne. Il nome Eva corrisponde al sumero “ama” e significa madre.
Il nome ebraico di Eva è costituito da tre lettere, Hawwah (a-vu-va), molto simile al tetragramma sacro, le 4 lettere di yahweh. Manca una di esse, “Yah”, che rappresenta la stilla divina, la goccia di divinità nell’uomo.
Ora, vale la pena ricordare che tutte le tradizioni mistiche dicono che dio è nell’uomo, e che il percorso di riscoperta dell’uomo va verso l’interno di sé, la discesa, per poi risalire.
“Yah” è la testa, simbolicamente la testa dell’uomo che l’uomo ha reciso, il suo ponte di collegamento con dio, che ha tagliato nel momento del peccato originale. L’uomo, attraverso il peccato, ha ucciso il suo padre divino, simbolizzato dalla testa.
Ma dio non può essere ucciso (di fatto morire è l’unica cosa che non può fare “l’onnipotente” ! Per questo manda il figlio..), il dio è sempre presente in “germe” nell’uomo, e questo germe è rappresentato dai piedi, un seme che deve crescere a riformare una nuova testa.
Tolto lo Yah a Yahweh resta proprio Hawwah, cioè EVA, che rappresenta la VEDOVA, cioè ciò che resta della natura dopo che viene privata di ciò che le dà senso, il seme divino. Eva è quindi madre per eccellenza perché è ricezione, è la materia che va fecondata con il seme divino. È parte di Adamo, è essa stessa Adamo. Compito di Adamo è riscoprire la Eva che è in lui (perchè è maschio = zakor = ricordare). Compito di Eva è ricevere e nutrire Adamo in quest’opera di riscoperta.
La vedova è colei che, senza il marito, nutre e cresce il figlio: Eva è vedova del Divino, e si unisce ad Adamo perché attraverso questo matrimonio possa mettere al mondo il figlio che è una ritrovata unità (il 2 che ritorna all’ 1 , secondo una prospettiva numerologica).
Eva viene morsa al calcagno dal serpente, il calcagno o tallone rappresenta l’origine e la “ferita iniziale” ossia il primo punto di partenza del cammino di redenzione dell’uomo verso dio o dello spirito dalla materia. Ricordiamo il che Giacobbe tiene per il calcagno suo fratello Esaù (che rappresenta la materialità), Achille ha il suo punto debole nel calcagno, Edipo etimologicamente significa “piede gonfio”, Cristo lava i piedi (non le mani) degli apostoli prima dell’ultima cena.
Il piede ferito esprime, manifesta il “primo errore” dell’uomo, il peccato originale, che, lungi dall’essere accostato al senso di colpa, significa solo “aver mancato il bersaglio”, cioè essere andati verso i piedi – la materialità – anziché verso la testa – la divinità. Infatti l’uomo ha scelto l’albero del bene e del male, detto della Conoscenza, mentre ciò che di divino è in lui è la Coscienza. La Conoscenza è razionalità, e divide. La Coscienza è comprensione, e unisce (cfr la simbologia del serpente).
Prove da affrontare per Eva:
- Essere ricettiva e aprire i propri sensi, non cercare di conquistare le cose con la forza.
- Eva in quanto madre è nutrimento, quindi essere capace di nutrire se stessa (non abbandonarsi, prendersi cura di sè) e coloro che stanno intorno (non sfruttare gli altri, ma essere elemento di nutrimento)
Alcune fonti:
- Ignazio Marino Ceccherelli – Origine e Significato dei nomi di persona
- Annick de Souzenelle – Simbologia del Corpo umano, Lettera strada di vita