Prendere forma
Oggi riflettevo sull’essere maldestri, quella caratteristica che spesso si attribuisce ai tipi metallo, che si dice tendano ad inciampare, urtare oggetti o colpire per sbaglio gli stipiti delle porte…
A parte la considerazione relativa alle porte, luoghi di entrata e di uscita come il Po, che si dice “si associa al Jing nell’entrare ed uscire” (LS cap. 8), in generale questa incapacità in qualche modo di gestire i confini del corpo ben rispecchia l’idea del “prendere forma” associato al polmone e al Po.
Piccoli appunti.. se una persona urta accidentalmente ostacoli, lascia cadere oggetti dalle mani, inciampa, se ovvero questo essere maldestri concerne “tutto il corpo”, allora siamo in un problema di “presa di forma”, cioè una mancanza legata al riconoscimento dei propri confini. Simbolicamente possiamo estendere questo concetto e pensare al riconoscimento della propria identità rispetto agli altri, alla definizione dei propri limiti. L’idea di separazione non è distante da quella di selezione, non a caso nelle cellule degli organismi viventi le membrane sono semipermeabili ovvero separano ma allo stesso tempo filtrano. Probabilmente dal punto di vista psico-comportamentale, oltre alla necessità di definire la propria forma e i propri confini ci sarà anche l’esigenza di definire meglio la propria identità rispetto agli altri, soprattutto a coloro che sono più vicini (con cui è più facile “confondersi”), entrando dentro di sè e uscendo dagli altri, proprio ciò che chiede il metallo.
Se invece capita di inciampare, ma non ci sono segni che riguardano tutto il corpo, allora mi viene da pensare che simbolicamente questo sia collegato più specificamente con il percorso che uno fa nella vita, quindi con l’idea che non si ha chiaro la direzione da prendere. Oppure (anche) che non si riesce a recuperare l’innocenza (il piede – embrione ), il radicamento (piede rene) alla terra e la pragmaticità, come accade quando andiamo in giro con la testa per aria… 🙂