Emozioni, espressioni facciali e medicina cinese
Recentemente ho letto “Emotions Revealed”, di Paul Ekman, direi il maggior esperto in espressioni facciali emotive. Ho seguito anche un suo percorso di addestramento nel riconoscimento delle espressioni facciali davvero molto interessante e credo utile. Riporto qui alcune considerazioni che ho fatto alla lettura del libro di Ekman, sulla base delle mie conoscenze in medicina cinese (gli ho scritto anche una email in proposito, chissà se risponderà 🙂 ). In particolare, nella disquisizione sulle emozioni, Ekman esamina i cosiddetti “trigger” specifici per ognuna delle emozioni universali.
Torniamo un attimo indietro: molti ricercatori nell’ambito della psicofisiologia delle emozioni ritengono che vi siano alcune emozioni “universali” ovvero che tutti gli uomini, di qualunque età, razza e provenienza sociale e geografica esprimono allo stesso modo, perciò un linguaggio emotivo “innato”. Secondo Ekman sono 7 le espressioni emotive universali: tristezza, rabbia, paura, gioia, disgusto, sorpresa e disprezzo.
Interessante, sin d’ora, notare che Ekman fa una distinzione tra emozioni e sentimenti del tutto simile a quella che potremmo considerare in medicina cinese (in base a consapevolezza, durata ecc. ) tuttavia le emozioni universali individuate sono 7, come i sentimenti cinesi, e non 5 come le 5 volontà. Pertanto in alcuni casi (disgusto, sorpresa e disprezzo) non c’è sovrapposizione tra i due modelli.
A queste emozioni universali corrispondono delle specifiche espressioni facciali emotive universali, perciò i movimenti del viso ci consentono di capire spesso con grande accuratezza che tipo di emozione sta provando un’altra persona anche sconosciuta (salvo poi non sapere perchè 🙂 )
Il punto su cui riflettevo, come ho detto all’inizio, è il “trigger” di queste emozioni, cioè “cosa le innesca”.
– La tristezza secondo Ekman, in tutte le sue declinazioni (abbattimento, disperazione, agonia..) ha a che fare con il tema della perdita, cioè la separazione da qualcuno o qualcosa. Beh, i cinesi più di duemila anni fa avevano perfettamente capito che la tristezza, legata al Metallo, al Polmone e al Po ha a che fare con le separazioni. Il Po segue il Jing “nel suo entrare ed uscire”. Ma per entrare ed uscire c’è bisogno di una delimitazione, qualcosa che segni il confine fra l’interno e l’esterno: ecco che la pelle, limite dell’uomo, è controllata dal polmone. Con la pelle sperimentiamo il contatto con gli altri e la perdita di un contatto può generare sofferenza. Talvolta, quando vogliamo che qualcuno sia in contatto con noi, vogliamo che “entri” a far parte di noi. E purtroppo questo spesso vale anche per le cose.
– Il trigger della rabbia, secondo Ekman, è l’interferenza di qualcuno/qualcosa con i nostri obiettivi, movimenti, volontà, ecc. La collera è collegata al Legno, al Fegato e allo Hun, che segue lo Shen nell’ “andare e venire”. Si tratta di un movimento in avanti e all’indietro, nello spazio e nel tempo. Ecco perchè il fegato è implicato tanto nelle premonizioni e nei progetti futuri, quanto nel “richiamare alla memoria” (Yuen). Ma è anche ciò che ci fa andare in giro per il mondo. Allora, come una pianticella che vuole crescere e trova un ostacolo al suo sviluppo, la rabbia dell’uomo si esprime quando non è in grado di aggirare, ignorare o addolcire gli ostacoli, e l’unica soluzione resta lo scontro frontale, “andando verso” l’ostacolo per abbatterlo. Come per un ariete che sfonda una porta, tutte le energie vengono spinte verso la testa, cioè verso l’alto.
– il trigger della paura, dice Ekman, ha a che fare con il tema della perdita di un supporto, di un sostegno. Facile il collegamento con l’Acqua, i Reni e lo Zhi, responsabili del sostegno di tutte le energie dell’organismo. Ricerche sugli animali hanno dimostrato che il primissimo segno comportamentale di paura è il blocco, ma è meglio usare il termine inglese, il “freezing”, che esprime benissimo il parallelo in MTC dove si dice che la paura, come sentimento, congela l’individuo. Si è anche soliti ricordare che per la paura tremano le gambe, e le ginocchia, governate dai reni, sostengono in piedi l’individuo.
– Per la gioia esistono molte varianti (felicità, fierezza, piacere, estasi, ecc.) e non mi sembra che Ekman faccia riferimento ad un trigger sottostante tutti questi stati emotivi. D’altra parte sappiamo che la gioia è collegata al Fuoco, al Cuore e allo Shen (piccolo), ma più specificamente nella accezione di “eccitazione”, che è un po’ alla base di tutte le emotività intensamente piacevoli. Riguardo al sentimento della gioia si dice che l’energia si spande e si disperde ovunque, e in effetti quando amiamo qualcuno o qualcosa siamo “radiosi”, irradiamo tutto e tutti con la nostra energia e felicità. Non solo, ma credo che il comune denominatore di tutte le varianti della gioia sia, in qualche misura, il fatto di sentirsi un “tutt’uno”, di sentire tutte le parti di sè unite in un unico indistinto.. che non è forse la virtù del nostro Shen? Curiosamente, come accade quando si è in estasi, sentirsi tutt’uno vuol dire non sentire più parti distinte, pertanto la realizzazione del sè, senza fare discorsi teorici ma solo pratici, non coincide forse con il sentire “meno” la propria individualità?
– Come ho detto prima, disgusto, sorpresa e disprezzo non hanno un parallelo diretto con le 5 volontà, tuttavia il disgusto è sicuramente collegato con la Terra, che governa le trasformazioni e l’assimilazione. Il disgusto in generale esprime il rigetto, la mancata accettazione di un qualcosa con cui non vogliamo essere nutriti, una sostanza, un’idea, un insegnamento, una emozione, una disciplina. E credo che anche l’espressione facciale corrispondente venga fuori in tutti questi casi, non solo quando si tratta di alimenti. Curioso anche il legame con il sesso, che quando non apprezzato viene percepito “disgustoso”, come a sottolineare l’oralità che per noi uomini ha il rapporto carnale.
Ogni commento in proposito è ben accetto (non genererà disgusto) 🙂